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Le mani in testa: la caduta dei capelli nella malattia oncologica

I capelli sono il simbolo della forza, della bellezza e dell’energia e rappresentano uno degli aspetti più importanti della rappresentazione di sé e dell’immagine corporea.  Possono essere corti o lunghi, lisci o ricci, di colori diversi, essi fanno emergere aspetti unici della nostra identità personale che ci differenziano dagli altri. Sarà capitato a tutti di sentire i capelli e di saperli differenziare in base alle loro caratteristiche. Se stessimo con le mani in testa e conoscessimo i cappelli, nostri e di chi amiamo, sapremmo percepire quanto sono sottili,  sapremmo sentire la corposità, il volume e il profumo.

La caduta dei capelli rappresenta un forte cambiamento e crea spesso, delle ripercussioni emotivo-psicologiche importanti proprio perché si viene a modulare l’immagine di sé: non si è più come prima.

Ci sono motivi diversi che provocano la caduta dei capelli, tra i quali, gli effetti collaterali in seguito ai trattamenti antitumorali dei pazienti oncologici. La caduta dei capelli rappresenta uno dei momenti più intensi del percorso di malattia in quanto, oltre agli aspetti sovraesposti, è un aspetto che evidenzia in modo potente la presenza di malattia e i cambiamenti forzati che comporta.

Ed ecco che allora, le mani in testa bisogna mettersele per forza!

Le persone raccontano che gli ultimi giorni prima di iniziare i trattamenti sono caratterizzati da veri e propri riti di saluto dei propri capelli: se li toccano e se li fanno toccare, si prendono dei momenti intimi in cui guardarli, annusarli, accarezzarli e piangerli per poi, piano piano, decidere di salutarli e darsi appuntamento in un tempo futuro desiderato, ambito e sperato.

Ci sono delle accortezze pratiche che possono accompagnare in questo percorso di profondo cambiamento interiore ed esteriore:

  • Ricordarsi che la caduta dei capelli, parziale o totale che sia, rappresenta il cambiamento di un grande processo di trasformazione sicuramente forte, ma non definitivo. Si potranno ritoccare, di nuovo annusare e curare.
  • Si possono tagliare gradualmente prima dei trattamenti, volendo si possono coinvolgere i bambini e le persone care per partecipare tutti quanti, per gradi, a questo percorso di trasformazione del proprio aspetto.
  • È importante prendersi il tempo necessario per prendere contatto con il cambiamento avvenuto. Tagliare o perdere i capelli non significa che si deve accettare subito la cosa. Si può essere tristi e addolorati, si può evitare il confronto allo specchio se non si è in grado di sostenerlo. Ogni passaggio richiede il suo tempo.
  • Si può iniziare a fare amicizia con la propria testa piano piano, toccandosi lentamente nelle varie parti della testa e solo per quanto tempo si può sostenere il contatto. Va bene farlo senza specchio se il confronto con esso è troppo forte. Importante è, iniziare a sentire con i polpastrelli delle dita, e poi le mani, la propria testa.
  • Si può curare la testa anche senza capelli: si possono fare uso di berretti, copricapo e parrucche stando attenti a utilizzare materiali non irritanti il cuoio capelluto. Ma si può anche stare senza, proteggere la testa dal sole, conoscerla e  amarla nella bellezza di com’è.
  • Gli accessori possono mettere in risalto il volto e spostare l’attenzione dalla testa: gioielli e collane, make-up, foulard e cravatte in tinta divengono degli ottimi accompagnatori non solo per distogliere gli occhi dalla testa ma anche per dotare questo processo con un nuovo significato di cura e bellezza.
  • Rivolgersi all’equipe medica per consigli clinici e pratici, agli specialisti di salute mentale per essere supportati in questa e nelle varie fasi della malattia.

Letture suggerite:

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www.siponazionale.it

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