Chi per almeno una volta non si è trovato a fare i conti con la mole dei pensieri che invadono la mente e impediscono lo svolgersi delle normali attività quotidiane. Spesso vi sono motivi importanti che potrebbero giustificare un certo impegno mentale come, ad esempio, problemi di salute o familiari, ma molte altre volte accade che pensieri apparentemente gestibili si trasformano in vere proprie trappole mentali fino a diventare incontrollabili.
Che il pensare troppo possa creare dei problemi appare evidente a chiunque. Basti pensare alla persona che aspetta il momento opportuno per prendere una determinata decisione, a chi pensa il modo migliore o le parole giuste per comunicare a qualcuno una scelta senza riuscire a farlo, a chi aspetta di agire perché prima vuole essere certo di quello che fa tanto da pensare a ogni minima possibilità di fallimento o errore che sia. Queste situazioni richiamano perfettamente la sensazione di dubbio ed incertezza che ciascuno di noi affronta quando è chiamato a compiere una scelta tra possibili scenari futuri della propria vita.
Sicuramente, prendere delle decisioni importanti richiede anche un certo ragionamento ma quando la razionalità viene estremizzata, si trasforma da risorsa in limite e questo accade quando cerchiamo di adattarla a quelle situazioni in cui la ragione non conosce ragioni come ad esempio le paure irrazionali, le relazioni affettive e sentimentali, i dubbi, l’indecisione continua e così via.
L’idea di poter controllare e gestire ogni cosa ci trae in inganno. Questo ci spinge al ragionamento continuo, a pensare, anticipando nella nostra mente tutte le possibilità e le sfumature del nostro agire. Lo facciamo fino ad andare oltre i limiti della ragione, grazie all’illusione del controllo maestosamente agito in maniera rigida nelle varie forme:
interi elenchi reali o immaginari in cui si pianifica e si organizza la cosa nei minimi dettagli;
continui bilanci di pro e contro di una scelta da fare ma che non viene attuata;
lunghe attese del momento opportuno che non arriva mai;
evitamento e l’assunzione di alibi in funzione del problema;
Pensare, pensare, pensare fino a cambiare la qualità del pensiero: da ragionamento a una forma ossessiva che spesso porta alla rinuncia della responsabilità di decidere.
La trappola mentale rappresentata dalle forme di problematiche ossessive in generale è proprio il tentativo di affrontarle con processi razionali e pianificazioni basate sulla ragione ordinaria che spesso velano la paura del fallimento o quella di assunzione dei rischi sottostanti che ahimè espongono a una verità scomoda: non si può controllare tutto. Siamo costretti a scegliere e a stare nell’incertezza, con i rischi di una decisione, di una scelta o azione che sia.
La Terapia Breve Strategica, utilizzando la stessa logica di funzionamento del problema, va a rompere il circolo vizioso che incatena la persona al disturbo, per poi farla divenire consapevole dei meccanismi disfunzionali di mantenimento del problema, fino alla sua totale risoluzione.
Bibliografia suggerita:
“La paura delle decisioni. Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri” di G. Nardone 2019, Ponte alle Grazie Edizioni
“Cogito, ergo, soffro. Quando pensare troppo fa male” di G. Nardone, G. De Santis 2011, Editore Ponte alle Grazie